Per una volta vorresti prenderti il lusso di essere mediocre, una mediocrità sincera che non ti lascia il tempo di chiedere a te stessa se è giusto ciò che senti o meno, se è ragionevole ciò che pensi o no. Vorresti mischiarti tra la gente a saltare e a battere le mani finché non ti viene chiesto di smettere, respirare addosso agli altri, dare spintoni, gridare e sudare, blaterare frasi di canzoni neomelodiche e nel frattempo improvvisare nuove amicizie con estranei di passaggio. Per una volta vorresti essere così malleabile da somigliare un po’ a tutti, un camaleonte mastodontico.
Per una volta, vorresti urlare in preda alla rabbia, stenderti a terra dal peso greve della tristezza, lamentarti per il disappunto, e piangere per solitudine.
Per una volta vorresti evitare a te stessa il rigore morale di riportarti subito al buon senso quando vorresti scoppiare nella bolla melodrammatica dei tuoi sentimenti senza che arrivi la razionalità a destarti.
Se piangessi per un minuto in più,
se odiassi per un minuto in più,
se lasciassi la malinconia lacerarmi il cuore
per un minuto in più,
cosa accadrebbe?